
Dopo un intervallo di quasi tre anni dalla sua ultima apparizione, la serie di Soul Calibur ritorna sulle console di tutto il mondo, approdando per la prima volta sui rigogliosi lidi della next gen con un cospicuo carico di novità e inaspettate sorprese, da un sistema di combattimento riveduto e corretto alla presenza di un editor di personaggi incredibilmente profondo e curato fino all’introduzione di nuovi e insospettabili combattenti. Ma avranno Siegfried e soci ancora lo smalto di un tempo? E riusciranno ad imporsi anche questa volta come i migliori nel loro genere di appartenenza? Cerchiamo di scoprirlo insieme.
A tale of souls and swords

Un fattore che da sempre contraddistingue i vari episodi di Soul Calibur è la cura riposta nell’elaborazione di varie modalità da giocare in singolo, e questo quarto capitolo continua la tradizione seppur in maniera leggermente minore. Accanto infatti all’immancabile Arcade Mode abbiamo così uno Story Mode e la new entry rappresentata dalla Torre delle Anime, modalità ambedue che andranno a costituire le maggiori fonti di guadagno crediti da spendere poi nell’immenso e esaustivo editor dei personaggi. Analizzando in velocità queste modalità di gioco, nello Story Mode affronteremo cinque diversi stage con incontri multipli che seguiranno all’incirca le vicissitudini di ogni combattente, vicissitudini narrate con un prologo testuale e concluse con un breve e non sempre esaustivo filmato: nonostante infatti il titolo si prodighi per dare ad ognuno dei propri protagonisti un background e una trama sensata, è innegabile che rispetto al passato la cura riposta in questo dettaglio sia assai scemata, ma è un elemento che in fin dei conti può essere giustificato dall’elevatissimo numero di personaggi (ben 34) presenti nel gioco. La Torre delle Anime invece consiste in una serie di sfide a difficoltà crescente da affrontare creandosi a tavolino un personaggio o una versione modificata di uno già esistente, visto che grande importanza avranno qui le varie abilità e bonus speciali ottenibili attraverso l’editor, indispensabili per tentare la scalata a tutti i piani della torre: progredendo nella salita riceveremo in cambio del denaro e, rispettando determinati requisiti, anche pezzi speciali d’equipaggiamento, e una volta completati un certo numero di piani si potrà accedere anche ad una sorta di Survival Mode con annessi e immancabili premi. Nonostante quindi Soul Calibur IV offra parecchia carne al fuoco al confronto dei suoi cugini di reparto, rispetto al passato un po’ di amaro in bocca resta per quanto riguarda l’offerta in single player, soprattutto a causa di una Torre delle Anime davvero troppo frustrante, non solo a causa della sua difficoltà ma anche e soprattutto per via di alcuni requisiti rasentanti la pura follìa, e la brevità e la poca attenzione riposta nello Story Mode fanno poco di più per rendere l’esperienza in singolo godibile e duratura
I’ll break your soul

Dove invece i programmatori Namco hanno dato il massimo (oltre che nel già citatissimo editor, di cui parleremo a breve) è evidentemente nel sistema di combattimento, frutto e risultato ultimo dell’ormai ultra decennale esperienza maturata dai ragazzi nipponici in questo campo, e che si impone a nostro giudizio come la vetta più alta mai raggiunta da questa serie. Rispetto al terzo episodio infatti il gioco si presenta con un ritmo più lento e compassato, inserendo al tempo stesso un paio di novità atte a bilanciare e a pianare le differenze sempre esistite tra personaggi veloci e lenti. Fa cosi il suo debutto l’indicatore Gemma dell’Anima: questa sfera, posta al vertice estremo della barra della vita, inizialmente sarà di colore blu, ma man mano che pareremo i colpi avversari tenderà sempre di più verso il rosso fino a spezzarsi e a renderci vulnerabili soltanto per un brevissimo attimo ad una mossa finale in grado di chiudere immediatamente l’incontro. Inoltre, subendo colpi particolarmente pesanti, parte del nostro equipaggio potrebbe andare in frantumi, esponendo così non solo le grazie di alcune fanciulle ma aumentando i danni ricevuti in quella determinata area del corpo.

Sephirot vs Zelda!?

Infine, eccoci finalmente a parlare dell’editor. Inserito per la prima volta nello scorso capitolo col nome Create A Soul, l’editor dei personaggi torna in questa quarta reiterazione e lo fa alla grandissima, portando con se una profondità e una varietà di scelte e customizzazioni mai viste prima. Oltre 350 sono infatti gli oggetti da sbloccare e comperare giocando (ogni modalità pertanto darà del denaro, anche le sfide online), con gli item a spaziare da una serie infinita di elmi, armature e mantelli fino a pezzi più particolari ed “interessanti”, come mise da infermiera, uniformi da donna delle pulizie, tute da gatto, maschere raffiguranti vari animali ecc. Le possibilità son davvero infinite, e con 50 slot disponibili per salvare le proprie creazioni originali o versioni modificate di personaggi già esistenti, lo spazio concesso alla fantasia e al gusto di ogni giocatore è davvero enorme. Inoltre, ad incentivare ancora di più l’utilizzo di questa modalità è la possibilità di usare nelle sfide online questi personaggi, offrendo così l’opportunità di mostrare agli altri la bontà del nostro lavoro. Dopo ora passate a giocare in rete così non sarà difficile incappare in alcune figure più rappresentative della storia dei videogiochi, come alcuni personaggi provenienti da vari Final Fantasy o altri importati da manga e anime, che grazie all’estrema potenza dell’editor potranno essere ricreati con insospettabile verosimiglianza. A proposito dell’online, Namco ha deciso di dividere le sfide in rete in due categorie, Standart e Special, con quest’ultima a differenziarsi dalla prima per l’utilizzo di tutte quelle abilità bonus e caratteristiche aggiuntive derivanti dall’utilizzo di determinati equip ed armi; in entrambe le modalità è invece concessa la scelta di partecipare a partite classificate o meno. Se quindi l’editor e l’ottimo sistema di gioco pongono delle ottime basi per una grande esperienza di gioco online, purtroppo il net code spesso non si rivela all’altezza, con partite a soffrire il più della volte di una leggera lag che rende difficile eseguire alcune tecniche come la fondamentale Guardia ad Impatto, mostrando così il fianco di conseguenza a condotte di gioco più caotiche e “smanettone”. Il consiglio in questi casi è di limitare le sfide online ad elementi vicini geograficamente a voi, sperando che con le prossime patch Namco riesca a migliorare un pochino la situazione.
PS3 vs X360

Spendendo giusto due parole sul lato tecnico del gioco, i possessori di entrambe le console next gen possono tirare tranquillamente un sospiro di sollievo. Sia sul monolite nero Sony che sulla bianca ammiraglia di marca Microsoft infatti il gioco risulta tecnicamente eccezionale, con le due versioni ad essere in estrema sintesi del tutto speculari, e a differenziarsi soltanto per la presenza di Darth Vader su una e Yoda sull’altra. Con ottimi effetti di luce, personaggi incredibilmente dettagliati ed animati e con scenari alcuni davvero mozzafiato, Soul Calibur IV risulta essere uno spettacolo notevole su entrambe le piattaforme, soffrendo giusto in rari casi di leggeri rallentamenti riscontrabili però soltanto in concomitanza di un K.O., e quindi del tutto ininfluenti sulla giocabilità. Per quanto riguarda l’audio, a musiche tutto sommato apprezzabili si accompagnano delle voce in inglese spesso fastidiose e dalla recitazione troppo accentuata, quasi caricaturale: in questo caso il passaggio all’audio giapponese è più che consigliato, con le voci del Sol Levante a risultare più consone e apprezzabili nonostante la loro totale incomprensibilità.
Commento finale
Soul Calibur IV ritorna e con questo nuovo episodio si riprende immediatamente lo scettro di miglior picchiaduro 3D disponibile su piazza. Un comparto tecnico ineccepibile, un sistema di gioco inizialmente estremamente accessibile ma al contempo dotato di una grande profondità, un parco personaggi vastissimo con una moltitudine di stili differenti, un editor strepitoso, la modalità online:. il picchiaduro Namco stordisce per qualità e quantità, presentando un’offerta che difficilmente potrà essere eguagliata dai concorrenti. Gli unici appunti che possono essere mossi a quest’ultimo capitolo di una serie ormai storica sono la minor cura riposta nelle modalità per un giocatore singolo e qualche problema eccessivo di lag, ma sono sottigliezze. Per il resto Soul Calibur IV è un gioco magnifico, la giusta scelta sia per chi fosse alla ricerca di un picchiaduro immediato e spettacolare ma anche per chi in questo genere di giochi cerchi un gameplay tecnico ed elaborato.