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martedì 4 marzo 2008

[360] Conan


Prendete God of War. Ora prendete Kratos, mettetegli in testa una parrucca nera da capellone stile anni '80, aggiungeteci se è possibile (e lo è) più violenza, ma tanta, e quello che avrete è Conan. L'action game dei Nihilistic Software è infatti per certi versi un plagio spudorato del blockbuster Sony, e chiunque abbia preso parte alle gesta dell'antieroe ellenico non impiegherà più di un paio di minuti a rendersene conto. Il sistema di controllo è infatti, in poche parole, praticamente identico: l'unica rilevante differenza è l'inedita abilità di Conan di afferrare alcuni oggetti (barili, rocce ecc.) per scagliarli contro i nemici, e in mancanza di questi il barbaro può addirittura decidere di scaraventare contro gli avversari direttamente la sua stessa spada o persino lo scudo, nel tentativo di realizzare magari una truculenta decapitazione a distanza. Per il resto i tasti frontali ci permettono di effettuare attacchi deboli e forti, di afferrare il nemico e ovviamente di saltare, mentre il dorsale è adibito alla parata e lo stick destro alla capriola evasiva: persino il sistema di magie è preso di peso dal titolo del team di Santa Monica, con ognuna della direzioni del D-pad ad attivare un particolare incantesimo.


Fortunatamente però i ragazzi di Nihilistic non si sono limitati al mero copiare, ma anzi hanno sfruttato queste ottime basi per realizzare un sistema di combattimento appagante e sorprendentemente complesso, capace di rivaleggiare con alcuni dei più blasonati titoli del settore. Il nostro barbaro infatti, grazie alla capacità di impadronirsi delle armi avversarie, è in grado di cambiare in ogni momento il suo modo di combattere, ora macinando gruppi di avversari con due asce, ora affrontando un nemico più coriaceo mulinando un grosso spadone a due mani. Ognuno dei tre stili (spada e scudo, doppia arma, arma a due mani) ha le sue combo, da apprendere mediante la raccolta degli immancabili red orb, e sopratutto ha i suoi vantaggi e svantaggi, con la scelta della giusta configurazione a divenire discriminante fondamentale per aver la meglio contro determinati nemici. Gli attacchi in dual wield sono estremamente veloci e scatenano furiose combo in grado di falciare interi gruppi di nemici, ma risultato totalmente inadatti a sfondare le difese di uno scudo. Usando un'arma a due mani si menano fendenti lenti ma estremamente potenti, capaci di mandare in frantumi le difese degli avversari più corazzati senza troppi problemi, mentre lo stile con spada e scudo si basa di più sulla difesa e su una serie di combo capaci di disarmare l'avversario e di disorientarlo, risultando forse come lo stile più tecnico dei tre.


Come detto ogni stile ha le sue combo da apprendere mediante l'acquisizione di red orb, reperibili in forzieri ed elargiti sia dai nemici uccisi che, in puro stile Conan (?), in seguito alla liberazione di seducenti quanto svestite fanciulle, le quali non mancheranno di fare apprezzamenti ammiccanti sul rude Cimmero. Inoltre l'uso prolungato di una determinata serie di attacchi farà salire l'abilità del barbaro in quella specifica combo, aumentandone i danni o conferendole effetti bonus, permettendo in questo modo al giocatore di costruirsi un suo personale set di mosse preferite. Altra gradevole novità è la presenza di una sorta di sistema di parry: in pratica, premendo il tasto parata al momento giusto, Conan sarà in grado di eseguire tramite un QTE una spettacolare contromossa e di uccidere istantaneamente l'avversario con estrema efferatezza, ponendo così immediatamente fine allo scontro. A proposito di efferatezza, è impossibile non spendere due parole sulla violenza grafica di questo titolo: come è lecito aspettarsi da un simile personaggio Conan non mostra alcun riguardo nè pietà verso i suoi assalitori, e tra arti mozzati, decapitazioni e sbudellamenti a mani nude, ogni scontro si tramuta in un autentico "gore fest", risultando in uno spettacolo decisamente inadatto quindi ai palati più delicati. Promosso dunque sul lato dei controlli e del complesso sistema di combattimento, il titolo Nihilist mostra il fianco alla critiche per un level design davvero poco ispirato, ponendo il giocatore continuamente in situazioni di gioco le une simili alle altre e mandandogli contro sempre le stesse due-tre tipologie di nemici, anche se sempre abbastanza coriacei.


Dove il gioco prova a stupire è con gli immancabili boss di fine livello: imponenti ed esagerati come da recente tradizione, questi vanno da un maestoso drago di sabbia ad uno zombie elefante passando per un kraken gigante, ma l'eccessiva presenza di QTE (altro rimando a God of War) finisce però per omologarne ed appiattirne fin troppo l'esperienza. Altra pecca di design è riscontrabile in un livello di difficoltà assolutamente mal calibrato, con le ultime fasi di gioco a presentare un improvviso quanto brutale innalzamento della stessa, dando seguito a momenti di intensa frustrazione tali da far scaturire il pensiero che ciò sia stato fatto per aumentare forzatamente la longevità di un titolo in realtà assai breve (si parla di 6-7 ore). Altro tasto dolente è la realizzazione tecnica che, a fronte di un framerate solido e di pregevoli effetti di luce, mostra texture di bassa qualità e una mole poligonale non proprio da next-gen, dato questo evidente durante le cut-scene, davvero di infima fattura. Meglio il sonoro, con musiche incalzanti e d'atmosfera, ed effetti che vanno dal clangore delle armi alle urla di dolore dei nostri avversari: anonimo invece il doppiaggio in italiano, figlio dello già scadente originale inglese. Un ultima parola va spesa sulla trama: per quanto sia grato ai Nihilistic per essersi ispirati direttamente ai romanzi di Howard, presentandoci un Conan molto simile a quello dei fumetti della Dark Horse (e di conseguenza molto lontano da un certo governatore californiano) per quanto riguarda caratterizzazione fisica, l'intreccio che sta alla base della nostra avventura non può che deludere e lasciare indifferenti, risultando in un mero pretesto per menare le mani. E Nonostante la trama non sia ovviamente un requisito fondamentale in un action game, il non aver affatto sfruttato l'ampio serbatoio di idee e situazioni presenti nei vari scritti di Howard lascia comunque l'amaro in bocca.

In definitiva quindi Conan è un action game senza troppe pretese, dotato di un buon sistema di combattimento e di un azione appagante e brutale, ma carente in tutti quegli altri aspetti fondamentali per lasciare un'impronta duratura nelle menti e nei cuori dei giocatori.

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