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lunedì 16 giugno 2008

[Cinema] L'incredibile Hulk

Hulk arrabbiato. Hulk spacca tutto. Hulk tornato! Lasciato a battagliare con milizie governative nel cuore dell’Amazzonia nel finale del film precedente, Bruce Banner e il suo incontrollabile alter ego tornano nuovamente sul grande schermo per riparare ad ogni torno, con in testa il neanche troppo celato obbiettivo di segnare con questa pellicola un nuovo inizio per il verde peso massimo Marvel. L’esordio firmato dalla celebre mano di Ang Lee infatti, regista di capolavori quali Brokeback Mountain e La tigre e il dragone, seppur stupendo la critica per l’inaspettata cura riposta nell’approfondimento della psicologia dei protagonisti e nell’elaborazione di una trama articolata e ben congegnata, al botteghino non riscontrò certamente il successo sperato, finendo per coprire di poco le spese del film. Memore di tutto ciò, per questo seguito Marvel Studios ha optato quindi per brusco cambio di rotta. Al bando i complessi edipici, scordatevi drammi familiari e conflitti interiori e date il benvenuto a quasi due ore di esplosioni, urla e tante, tantissime botte.

La trama formato Bignami. Bruce Banner (Edward Norton) si è rifugiato nelle labirintiche favelas brasiliane, dove si guadagna da vivere in una fabbrica di bibite mentre cerca un sistema per liberarsi una volta per tutte del suo ingombrante ospite. Per via di una banale incidente sul posto di lavoro però verrà immediatamente rintracciato e braccato dalle forze militari americane, guidate dalle retrovia dal generale Ross e capitanate sul campo da un esaltato Tim Roth, un reduce di mille battaglie incapace di andarsene placidamente in pensione nei boschi ad uccidere qualche cervo e ideare trappole letali. Barcamenandosi da un buco di sceneggiatura all’altro e impreziosito da qualche dialogo strappa sbadiglio tra il nostro eroe bifronte e Betty Ross (qui interpretata dalla giunonica Liv Tyler), il film si trascinerà stancamente fino all’immancabile duello finale e al consueto lieto (non) fine.

Louis Leterriere (Danny the Dog, Transporter: Extreme) si dimostra ancora una volta regista di cinetica e visionaria immaginazione, dando vita a scene d’azione dall’alto tasso spettacolare e presentandoci un Hulk mai così imponente e combattivo. Se quindi il cineasta francese se la cava alla grande viaggiando ad acceleratore spianato, quando scende il ritmo però sbanda paurosamente, regalandoci (ne avremmo fatto a meno) lunghi momenti di anonimato, caratterizzati da situazioni caricaturali segnate da una sfrontata banalità e personaggi in continua ricerca d’autore. Non è chiaro di chi sia la responsabilità: se della sceneggiatura, del montaggio tanto criticato da Norton (il quale da canto suo fa ben poco per dare spessore al povero Bruce) o dell’uomo dietro la macchina da presa. Fatto sta che, non appena la preziosa magic box degli effetti speciali smette di proiettare il suo caleidoscopico carnevale, il film inevitabilmente sprofondi in un monocorde grigiore dal quale non vi è uscita alcuna.

L’incredibile Hulk è quindi il più classico dei popcorn movie, e probabilmente farà la gioia di molti degli appassionati dell’eroe al pistacchio Marvel e di tutti coloro alla ricerca di una pellicola fracassona a scarso contenuto cerebrale ed originale. Per tutti gli altri, il consiglio è di ponderare bene prima di mettere piede su questa giostra.

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