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venerdì 4 aprile 2008

[360] Stranglehold


"L'Artiglio del Drago, la più potente gang della triade di Hong Kong, è minacciata da una banda emergente decisa ad assumere il controllo di un business che da trent'anni è nelle mani di Mr. James Wong. I collegamenti con la polizia di Hong Kong spingono Wong a cercare l'aiuto di un cinico veterano, l'ispettore Tequila Yuen, per ritrovare figlia e nipote vittime di un rapimento.

Tequila, con il suo modo particolare di agire e perseguitato da rapporti che in passato lo avevano legato a Wong, si fa strada dai vicoli di Kowloon fino ai piani alti dell'elite di Chicago tentando di uscire indenne dal fuoco incroci
ato della guerra per il controllo del redditizio commercio di eroina ad Hong Kong."

Queste le premesse (prese di peso dal manuale di gioco per congenita pigrizia) che fanno da sfondo al primo gioco presentato da John Woo. Ebbene si, proprio lui, l'inventore delle sparatorie slow motion e dell'effetto "colomba bianca" approda a sorpresa nel mercato videoludico con Stranglehold, che altro non sarebbe se non il seguito di una delle più famose opere del regista asiatico, il sanguinolento Hard Boiled. Ad accompagnarlo in questa nuova avventura abbiamo un altro autentico mito di Hong Kong, Chow Yun-Fat, che qui ritorna nelle (digitali) sembianze dell'ispettore Tequila, poliziotto tutto d'un pezzo alla prese con un sporca, sporchissima faccenda, nella quale si farà strada attraverso un'infinità di sparatorie e trilioni di cadaveri.


Il gioco dei ragazzi della Tiger Hill si presenta con una classica impostazione da shooter in terza persona, con la telecamera saldamente alle spalle del protagonista mentre ne segue le varie spericolate evoluzioni. In pieno stile John Woo infatti, l'ispettore Tequila è in grado di esibirsi in una serie di manovre spettacolari, dall'appendersi ad un lampadario al correre su una ringhiera, dallo sparare mentre scivola su un carrello al centrare i nemici in piena fronte dopo un tuffo all'indietro. Durante queste evoluzioni, in presenza di nemici nei paragi si attiverà automaticamente il Tequila Time, ovvero una sorta di rallenty in stile bullet-time (Max Payne insegna) che, oltre ad incrementare enormemente la teatralità dell'azione, ci permetterà di prendere la mira con molto più agio. Uccidere i nemici mediante l'uso del Tequila Time sarà fondamentale per raccogliere Punti Stile, valuta essenziale per usufruire delle Bombe Tequila, abilità uniche e speciali ad esclusivo appannaggio del nostro intrepido sbirro: mediante il riempimento dell'indicatore circolare posto nell'angolo in basso a sinistra dello schermo sarà infatti possibile accedere a queste particolari mosse, che vanno dal ripristino parziale di energia ad un'attacco rotante in grado di far mangiare del piombo caldo a tutti i nemici presenti su schermo. Tra queste le due abilità più importanti sono senza ombra di dubbio Mira Precisa, attraverso il cui utilizzo Tequila può colpire a grandi distanze scegliendo con cura la parte del corpo dove infierire (eseguendo così gli "headshot" fondamentali per prevalere contro i boss del gioco), e Fuoco di Sbarramento, ovvero una sorta di berserk mode durante il quale il giocatore sarà invulnerabile e graziato da munizioni infinite e una velocità di fuoco maggiorata.


Oltre a sparare ad ogni essere umano presente su schermo, il nostro eroe potrà liberamente accanirsi contro ogni elemento dello scenario: vero cavallo di battaglia e vanto del titolo Midway è infatti l'elevatissima interattività del mondo che circonda Tequila, pronto a sgretolarsi, esplodere e frammentarsi sotto i nostri colpi e quelli dei nemici. Dagli enormi scheletri di dinosauro in un museo alle macchine di un parcheggio sotterraneo passando per delle antiche statue cinesi, tutto ciò che è presente su schermo è infatti predispoto a reagire realisticamente alle sollecitazioni del caso offrendo, oltre ad un incredibile spettacolarità, anche qualche elemento strategico. Tequila infatti potrà prendere riparo dai proiettili dietro a muri e tavoli ribaltati, ma dovrà anche fare attenzione al loro stato di usura, perchè anche la più resistente delle colonne non resisterà molto sotto il fuoco incrociato di una decina di mitra. Per finire inoltre, in dei punti prestabiliti, Tequila si troverà a dover affrontare dei nemici in una sorta di duello multiplo, nel quale il nostro ispettore dovrà scansare i proiettili nemici e nel mentre cercare di far fuori tutti i suoi sfidanti.


Se quindi sulla carta Stranglehold mette sul piatto un'offerta apparentemente ricca, all'atto pratico fallisce abbastanza clamorosamente, presentendo un'esperienza di gioco tremendamente ripetitiva già dopo le prime battute. Complici infatti un game design incapace di offrire una vera diversificazione degli obbiettivi proposti, il giocatore si troverà a dover affrontare continuamente ondate e ondate di scagnozzi, in un numero talmente elevato da far sembrare uno come Rambo un imbelle pacifista. A rendere ancora peggiore la situazione vi sono altri elementi deleteri, dalla totale mancanza di IA dei nemici al loro respawn continuo e apparentemente paranormale (nel senso che il più delle volte sembreranno apparire letteralmente dal nulla) che, complice una telecamera clauticante nello stare dietro all'azione frenetica, renderà problematica persino individuarne l'ubicazione, col giocatore a perdere secondi preziosi sotto una
piogga di proiettili prima di poterne localizzare i diretti responsabili. A conti fatti, il titolo dei programmatori di Tiger Hill si riduce ad un furioso e caotico sparare a qualsiasi si muova sullo schermo, fiondandosi appena possibile sugli onnipresenti med kit, indispensabili nel proseguimento data l'estrema difficoltà nel non riportare danni durante le infinite sparatorie.


Tecnicamente Stranglehold è un titolo discreto: a fronte della già citata enorme interattività dell'ambiente, abbiamo personaggi costituiti da uno scarso numero di poligoni e texture opache, il tutto penalizzato dalla totale assenza di bump mapping o effetti di luce degni di nota. Decisamente meglio il comparto sonoro il quale, oltre a poter vantare ottime musiche e una grande varietà ti effetti speciali tutti ottimamente realizzati, si può anche fregiare di un doppiaggio interamente in italiano di ottima fattura, con dialoghi curati e dal sapore fortemente cinematografico. Il primo esperimento di John Woo nel mondo dei videogiochi è quindi, per chi parla, un mezzo fiasco: per quanto infatti il titolo in questione riesca a ricreare perfettamente la spettacolarità e l'adrenalina dei film del cineasta orientale, dal punto di vista meramente "giocoso" Stranglehold si rivela un'esperienza decisamente grezza e noiosa quasi fino all'esasperazione, alla quale va aggiunta una modalità single player molto breve e una multiplayer dimenticabile. La stampa specializzata in generale lo ha accolto abbastanza bene, ma per il qui presente questa nuova avventura dell'ispettore Tequila si è rivelata un vero involtino primavera avvelenato.





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