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mercoledì 25 giugno 2008

[360] Dragon Ball Z: Burst Limit


Anno nuovo e nuovo gioco di Dragon Ball che immancabilmente fa capolino nei negozi di mezzo mondo. Puntuale ormai da ben sette anni, Bandai ci ripropone così l’ennesimo picchiaduro basato sugli apparentemente immortali personaggi partoriti dalla fervida mente del mangaka Akira Toriyama, affidando il compito di far approdare la serie nei rigogliosi lidi della next gen alle sapienti mani dei ragazzi di Dimps. Il risultato è un ritorno agli stilemi di un picchiaduro più classico, più simile quindi ai vecchi Budokai che alla recente trilogia dei Tenkaichi di origine Spike, ma nello stesso tempo estremamente fedele all’opera originaria e capace di ricreare con didascalica verosimiglianza i combattimenti e le imprese di Goku e compagni.

Maledetta scimmia Saiyan


La modalità principale di questo Dragon Ball Z Burst Limit è, abbastanza prevedibilmente, l’immancabile Story Mode, elemento imprescindibile per ogni gioco di Dragon Ball che si rispetti. Qui rinominato Z Chronicles, la trama prenderà il via dall’incontro di Goku e Piccolo con il Saiyan Radish e proseguirà attraverso tre saghe, concludendosi con l’epico scontro finale tra il giovane Gohan e lo spietato Cell. Già, proprio con il cyborg mutante creato dalla folle mente del dottor Gero. Fuori dalla trama, e ovviamente dal gioco, resta tutta la saga di Majin Buu e relativi personaggi, una scelta giustificata dai produttori con la difficoltà di inserire nel gioco in tempi stretti elementi complessi come la fusione (o Fusion) tra i vari personaggi ma che in realtà appare davvero ingiustificabile e motivata solamente da precise scelte di marketing (e qui il pensiero va allo scontato seguito). Inoltre, seppur tecnicamente davvero ben realizzate, le scene atte a spiegare lo svolgimento della storia risultano spesso imprecise rispetto all’opera originale e scarsamente esplicative, con il risultato di rendere la trama totalmente incomprensibile a chi non conosca già almeno superficialmente il manga o l’anime.

E’ tutto qui quello che sai fare?


Come già accennato in precedenza, la mancanza della saga di Majin Buu ha portato ad una drastica riduzione dei personaggi giocabili presenti, passati dagli oltre 150 dell’ultimo Tenkaichi ai 21 (trasformazioni escluse) di questo Burst Limit, numero che potrebbe indurre allo sconforto la maggior parte dei fan e che soffre di alcune scelte di cast di difficile comprensione (la presenza degli inutili Saibamen a scapito di Zarbon resta un mistero). A risollevare la situazione però ci pensa finalmente una vera diversificazione del cast, con personaggi dotati tutti di proprie mosse specifiche (seppur i comandi restino comuni per tutti) e di propri punti di forza e debolezza: così, se ad esempio Crilin compensa la sua scarsa potenza combattiva con la possibilità di accecare i nemici col suo Tayoken e colpirli poi indisturbato, Broli di contro paga la sua straripante forza bruta e la supremazia nei colpi energetici con un’evidente lentezza nei movimenti e nel corpo e corpo. Ancora più curato risulta il sistema di combattimento, campo in cui i Dimps avevano affermato di essersi focalizzati più a lungo e i cui risultati sembrano dargli ampiamente ragione. Con due tasti deputati ai colpi ravvicinati, uno ai colpi d’aura e uno alla parata, il gameplay risulta ad una prima prova estremamente intuitivo, permettendo così a chiunque di prendere in mano il pad e divertirsi sin da subito, ma celando sotto questa scorza di apparente semplicità una natura discretamente complessa.


Ecco quindi far la loro apparizione le varie guard breaker, schivate, ultimate guard in grado di prevenire i danni derivanti da un mossa speciale estremamente potente e la possibilità di concatenare attacchi ad inseguimento con tanto di spettacolare teletrasporto. Inoltre, oltre alle varie trasformazioni eseguibili durante il combattimento, il gioco introduce un nuovo elemento denominato Aura Spark: eseguibile solamente previo riempimento l’indicatore del Ki (che qui ricordiamo si riempie automaticamente), una volta in questo stato il nostro personaggio sarà interamente avvolto da una sfavillante inondazione di aura, aumentando di conseguenza potenza di attacco e difesa e garantendo la possibilità di eseguire nuovi e spettacolari attacchi. Infine, probabilmente la novità più eclatante inserita nel gioco è la presenza dei Drama Pieces, scene animate attivate automaticamente durante il combattimento che offrono al giocatore vari bonus e ricreano allo stesso tempo, in maniera ancora più fedele, il feeling del cartone animato citando a più riprese alcune delle frasi e della situazioni più famigerate presenti in esso.


Se dunque il sistema di combattimento di Burst Limit si impone nettamente come il migliore di sempre rispetto agli altri episodi della serie, riuscendo nel difficile tentativo di coniugare l’azione esagerata e iperbolica dell’anime ad un gameplay comunque sufficientemente tecnico e ragionato, restano presenti comunque alcuni difetti, tra i quali vanno menzionati lo scarso bilanciamento di personaggi e mosse speciali, con alcune a risultare davvero troppo potenti ed efficaci, e la mancanza quasi totale di interazione con l’ambiente, pecca questa più scenica che altro ma che certo si fa sentire. Inoltre, l’aver eliminato la necessità di caricare manualmente la barra del Ki in congiunzione alla possibilità di eseguire attacchi energetici senza intaccare la stessa, può consentire lo spam (uso reiterato) di questi attacchi, eventualità che in particolar modo negli scontri online può risultare decisamente fastidiosa e seccante.

Non credo ai miei occhi…non può essere vero..


Tecnicamente, per tutti gli appassionati di questo eterno pezzo di cultura pop che ormai è diventata l’opera di Akira Toriyama, Burst Limit è un titolo assolutamente sbalorditivo. I prestanti muscoli metallici delle console di nuova generazione infatti hanno permesso l’utilizzo di un cel shading che come resa finale supera addirittura, e di gran lunga, l’anime originale (ormai ampiamente datato), sfornando uno spettacolo pirotecnico composto da animazioni estremamente fluide e veloci e personaggi definiti ed espressivi. Vedere Goku in preda alla collera trasformarsi in Super Saiyan e battersi contro Freezer con sullo sfondo un pianeta Namec ormai morente è una visione che non potrà non far scorrere un brivido di nostalgia nei cuori dei fan più sfegatati, i quali si ritroveranno davanti ai loro occhi gli eroi di una vita come mai li avevano visti prima. Unico appunto che si può fare al comparto grafico, oltre alla già menzionata mancanza di interazione con il fondale, è una certa scarsità di dettagli presenti nei vari stage, caratteristica che però era propria anche delle tavole originarie. Parlando del sonoro, a fronte della presenza del duplice doppiaggio inglese-giapponese di ottima fattura, va menzionata purtroppo l’ostinazione con la quale Atari continua a sostituire la colonna sonora giapponese, composta tutti da brani direttamente presi dall’anime e dai vari OAV, con un esiguo mix di brani techno di mediocre fattura che non sempre si sposano bene con l’azione su schermo.


Commento finale

Dragon Ball Z: Burst Limit segna un nuovo inizio per le avventure di Goku, Vegeta e soci nel mondo dei videogiochi, e lo fa partendo indubbiamente con il piede giusto. A fronte di uno Story Mode incompleto e di un parco combattenti sin troppo esiguo abbiamo infatti probabilmente il miglior sistema di combattimento che sia mai stato ideato per un gioco di Dragon Ball, al quale si accompagna una realizzazione tecnica che supera per definizione e spettacolarità l’opera originale.

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